Chi colpisce

Se è probabile che una parte delle ernie, comunque trattate, portano ad una soluzione definitiva, è altrettanto vero che un neonato, un bambino, un adulto, una donna richiedono trattamenti differenti e che, per molte situazioni, le particolari condizioni anatomiche e dell’ernia, la corporatura e l’età del paziente, la presenza di patologie anche gravi associate, richiedono un trattamento personalizzato in cui la competenza, l’intuito e l’esperienza del chirurgo fanno la differenza.

BAMBINO

 
L’ernia del neonato e dell’età infantile è un’ernia congenita. Il trattamento segue tecniche e principi ben codificati, che nulla hanno in comune con la stessa patologia dell’adulto.

ADOLESCENTE

 
Un giovane che ha completato l’accrescimento corporeo viene considerato dal punto di vista chirurgico pari ad un adulto. Tuttavia in molti giovani pazienti è possibile evitare l’impianto di materiale protesiche, esistono tecniche chirurgiche alternative altrettanto collaudate e sicure.

ADULTO

 
Per la maggioranza dei pazienti in età adulta dal 1992 viene applicata una ricostruzione protesica originale, oggetto di un brevetto internazionale, i cui diritti sono stati acquisiti da una multinazionale ed i cui risultati ad 1, 5 e 10 anni sui primi 500 casi trattati sono stati pubblicati su riviste internazionali del settore.

ANZIANO

 
Per l’anziano fondamentale è la possibilità di svolgere la procedura chirurgica totalmente in anestesia locale evitando tutte le sequele dell’anestesia generale o della periferica di ordine generale, o legate all’immobilizzazione a letto per alcune ore con il rischio di trombosi agli arti inferiori e le conseguenti temute embolie a difficoltà urinarie.
L’anziano con gravi patologie associate, cardiache, polmonari, renali, neurologiche o oncologiche non si vede preclusa la possibilità di un intervento sicuro e definitivo con la sola anestesia locale.

DONNA

 
A livello inguino-crurale l’anatomia delle donne è profondamente differente e molto più semplice di quella dell’uomo. Anche l’intervento sarà semplificato. L’ernia crurale potrebbe associarsi alla inguinale, quindi va sempre cercata, pena il rischio di misconoscerla.

SPORTIVO

 
Chi pratica uno sport, soprattutto se agonistico, dovrà ricevere un trattamento che non comprometta l’efficienza e la funzionalità della parete addominale. La scelta del chirurgo ricadrà su una tecnica che a breve consenta una ripresa immediata di tutte le attività fisiche, ed a distanza, anche di decenni, non esponga al rischio di complicanze anche importanti.

RECIDIVA

 

Chi è già stato operato e vede ricomparire l’ernia nella stessa sede.

Le recidive, le multirecidive, sono le situazioni che pretendono non solo capacità tecnica, ma soprattutto un esperienza maturata negli anni, una conoscenza ed una padronanza delle varie tecniche chirurgiche per trovare la soluzione ideale per quel singolo caso. Il medico dovrà valutare il paziente nel suo insieme – età, peso altezza, patologie associate – conoscere l’intervento pregresso praticato e la via di accesso utilizzata – open o laparoscopica – l’uso o meno di protesi, il tipo di protesi impiantata ed il sistema di fissaggio di quest’ultima.

Da tutte le informazioni ricevute, il chirurgo esperto programmerà la strategia chirurgica da mettere in atto per quella singola situazione.

BILATERALE

 

Chi presenta un’ernia da ambo i lati.

L’accesso laparoscopico utile per trattare un’ernia permette il trattamento simultaneo delle due ernie nello stesso tempo chirurgico. L’intervento si svolge in anestesia generale.

E’ il trattamento di scelta in gran parte dei pazienti affetto da un’ernia bilaterale, destra e sinistra.